Disegni
di Diego Valeri, 1970
Queste mie righe altro non vogliono significare che un augurale saluto alla giovane pittrice che inaugura in questi giorni la sua prima mostra personale. Per ora (per cominciare), essa espone soltanto disegni: ma non è detto che da questi disegni non si possa trarre qualche elemento di giudizio, atto a confortare l’augurio che abbiamo in cuore: l’augurio dovuto a ogni operosa giovinezza. Dirò dunque che, a mia impressione, Marilisa Pizzorno si distingue nettamente dalla folla anonima dei dilettanti per la manifesta serietà dell’impegno artistico, per il rifiuto dei moduli accademici e d’altro canto, di ogni stravaganza modaiola. Che questa Marilisa non corra dietro alle mode basta a dimostrarlo il fatto ch’essa e una “figurativa”, anzi, più precisamente, una “affezionata” del nudo. Disegna il nudo con vivezza e scioltezza; ma, ad osservare un po’ attentamente ciò che le esce dalle mani, non si può avvertire che la forma umana è sempre, per lei, come dev’essere per ogni artista, un mistero affascinante. L’impegno (parola d’obbligo, ahimè) è appunto questo: porsi davanti alle forme della realtà, e particolarmente a quella suprema forma di essa ch’è il nudo con umiltà di cuore e, al tempo stesso, con coraggioso entusiasmo. Per tagliar corto: secondo me, qui ci sono, ben visibili, i segui di un temperamento e di un ingegno assai promettenti.